Il 16 agosto 1960 è un martedì. Il sole, a Roma, ha già fatto capolino sin dalle 5:48 del mattino e tramonterà alle 20:39. Nelle parrocchie campeggia la foto di Papa Giovanni XXIII, accanto al quadro della madonna e del santo patrono, mentre nelle scuole, alla stessa altezza del crocifisso, è appesa la foto di un signore con un paio di occhiali dalla montatura scura e i capelli grigi, tirati indietro e impomatati. È Giovanni Gronchi, Presidente della Repubblica. A Siena, come da tradizione, si corre il Palio dell’Assunta. Vincerà la Contrata del Nicchio, sebbene partita male e finita in sesta posizione al primo giro. Tuttavia, Giorgio Terni, detto Vittorino, insieme alla sua cavalla Uberta de Mores che due anni prima aveva tagliato il traguardo senza fantino vincendo scossa alla sua prima corsa, nei giri successivi riconquista terreno, arrivando primo per un pelo.
Qualche ora più tardi, per via del fuso orario, nel deserto del Nuovo Messico, dopo due tentativi, un uomo con uno strano scafandro atterra a paracadute spiegato. Ha riportato gravi danni alla mano destra, ma non lo ha ancora detto a nessuno. È il colonnello dell’areonautica militare statunitense Joseph William Kittinger. Ha da poco compiuto 32 anni e ha deciso di lanciarsi da un’altezza di 31.333 metri, raggiunti a bordo di un pallone aerostatico. La discesa, durata 13 minuti e 45 secondi attraversando temperature fino a -70 °C con una velocità massima di 988 km orari, è ancora oggi record di caduta libera. Il 14 ottobre 2012, tuttavia, Felix Baumgartner, paracadutista e base jumper austriaco, si lancia da un’altezza di 39.060 metri superando il record del colonnello Kittinger, che tuttavia, in quello stesso giorno, è in contatto audio con Baumgartner, per tutta la caduta.
Mentre una cavalla arriva al traguardo portando con sé anche il fantino, contrariamente a quanto accaduto due anni prima, e Joseph Kittinger vede avvicinarsi la terra al suo naso ad enorme velocità, sulle coste abruzzesi, in località Vallevò, famosa per la numerosa presenza di particolari palafitte chiamate trabocchi, un gruppo di pescatori si imbatte nella carcassa di una balena di 20 metri arenata sugli scogli. L’insolito avvistamento raccoglie subito folle di curiosi, ma sullo spiaggiamento nessuno azzarda spiegazioni. Nel 2012, mentre il paracadutista austriaco Felix Baumgartner si prepara a superare il record fissato da Joseph Kittinger nel 1960, un gruppo di studiosi italiani pubblica un paper in cui si sostiene che la morte del cetaceo non è stata casuale, ma procurata da 300 grammi di trinitrotoluene, meglio conosciuto come Tnt, esplosi in mare aperto da alcuni pescatori.
Otto anni dopo, nell’aprile del 2020, un signore di quasi 41 anni, mettendo in fila i singolari avvenimenti di quel lontano 16 agosto, scopre con sua grande sorpresa che sia il 1960 che il 2012, come del resto anche il 2020, sono anni bisestili. In quel momento, un sospetto si insinua tra i suoi pensieri. Solleva gli occhi dallo schermo del computer e indirizza lo sguardo oltre la finestra. Fuori il cielo è terso. L’aria è mossa da una lieve bava di vento. La temperatura esterna è di 15 gradi centigradi. La pressione atmosferica è di 1028 ettopascal. Eppure, per strada, stranamente, non c’è nessuno.